SEO e semantica: mondi paralleli che si incontrano


Quante volte avrete sentito parlare di SEO semantica? Entrambi i termini stanno letteralmente scuotendo il web per via delle loro applicazioni in termini pratici. Di cosa stiamo parlando? “SEO” è l’acronimo di “Search Engine Optimization”, vale a dire “ottimizzazione del motore di ricerca”. “Semantica” è invece una branca della linguistica che si occupa di analizzare e stabilire il significato dei termini e il rapporto sussistente tra lemmi diversi all’interno di frasi, dialoghi o testi di varia grandezza. Ma quale relazione esiste tra la SEO e la semantica? Scopriamolo facendo riferimento ai 5 segreti dell’algoritmo di Google che, di fatto, sta già condizionando le nostre ricerche online e, in un certo senso, le nostre vite.

Lo strapotere di Google. La SEO semantica


La pratica SEO viene utilizzata dai realizzatori di siti web, portali e blog di qualsiasi tipo per aumentare la visibilità dei contenuti pubblicati sulle varie pagine che compongono il proprio spazio web personale. Tale pratica consiste in tutta una serie di accorgimenti che l’utente deve essere in grado di adottare per migliorare la visibilità del sito e la qualità dei contenuti. La semantica si combina alla SEO dal punto di vista delle modalità con cui si ricercano gli elementi che più ci interessano all’interno dei motori di ricerca. Una combinazione, quella della SEO semantica, che contribuisce in maniera fondamentale al successo di un sito web.

I 5 segreti della SEO semantica


Il nuovo algoritmo di Google permette di effettuare ricerche in maniera differente rispetto al passato, tenendo in forte considerazione la SEO semantica. Vediamo i 5 segreti e particolarità che contraddistinguono tale algoritmo:

  1. Ci studia. O meglio, studia le nostre ricerche in modo da fornirci i risultati più utili per i nostri interessi, così da raggiungere i nostri obiettivi di ricerca nel minor tempo possibile;
  2. restituisce come risultati i siti caratterizzato dalla più alta densità di keyword inserite nella barra apposita. Sembra banale, ma non tutti i motori di ricerca adottano una pratica simile;
  3. Google impara, e lo fa costantemente. Sulla base dei risultati e dei click che effettuiamo sulle varie pagine, l’algoritmo è in grado di entrare sempre più a conoscenza dei nostri interessi;
  4. l’algoritmo può praticare l’ontologia laterale, vale a dire offrire risultati esatti anche senza dover nominare sulla barra di ricerca l’oggetto specifico da ricercare. Il tutto si basa, per l’appunto, sulle regole della semantica;
  5. tende a lavorare il minimo indispensabile. Ciò significa che a fronte dell’inserimento di una serie di termini sulla barra di ricerca, l’algoritmo tenterà di individuare il prima possibile il risultato più probabile e di maggior interesse per l’utente. La velocità è proprio una delle caratteristiche più celebri dell’algoritmo.